Alle ore 16.00 il nostro volo Wizz Air decolla da Roma Fiumicino direzione Reykjavík. Un volo non proprio confortevole: sedili scomodi, duri e non reclinabili e non mi soffermerò a lamentarmi della politica dell’assegnazione dei posti (se non paghi la scelta del posto ti assegnano un posto casuale sempre distante da quello del tuo compagno di viaggio) che porta ad un simpatico balletto di tutti i passeggeri prima del decollo e dopo l’atterraggio per lasciare/prendere le valigie e avvicinarsi ai propri compagni di viaggio, chiedendo la cortesia a estranei per scambiare il proprio posto.
Il volo ha la durata di 5 ore e atterra nella capitale alle ore 20.30, ora locale. Atterrati abbiamo attraversato tutto il piccolo aeroporto all’interno condividendo gli spazi con i passeggeri di altri voli che erano in attesa del loro decollo. Sulla strada abbiamo trovato la prima postazione di refill acqua che avremmo poi trovato anche altrove in Islanda. Estremamente comoda!
Arriviamo al nastro dei bagagli e il nostro è già lì che gira insieme agli altri, lo prendiamo e ci dirigiamo alla postazione della EuropCar dove ci attende la nostra auto. La ragazza dello sportello ci informa che purtroppo il giorno successivo c’è un’allerta meteo: è infatti prevista una tempesta di vento con venti sopra i 100 km/h e ci consiglia di rimanercene in hotel all’asciutto e al riparo. Avreste dovuto la nostra faccia: un misto tra l’allibito e lo sconsolato. “Rimanere in hotel?! Ma siamo appena arrivati!” Non contenta dei nostri volti ci informa che la stessa allerta meteo è prevista anche per il 13 febbraio. E vabbè!
Ok, non ci lasciamo abbattere, la tipa ci informa sulla guida in Islanda e sul non parcheggiare a favore di vento per tutelare gli sportelli, ci dà le chiavi della nostra Suzuki Jimny (piccola ma 4x4, non fatevi ingannare dalla foto) e ci indica il parcheggio dove trovarla.
Siamo pronti: ci avventuriamo nella notte islandese! Ci accoglie un simpatico freddo e un fastidioso vento gelido, tiriamo su cappelli e cappucci e andiamo alla ricerca della nostra auto.
Se cercate anche voi il parcheggio delle auto a noleggio sappiate che si trova, uscendo dal Terminal di arrivo, di fronte a voi al di là delle fermate degli autobus. E vi prego, non fate come noi, alla vostra destra c’è un passaggio coperto che vi porterà direttamente oltre il piazzale dei bus, prendetelo. Non come noi che abbiamo attraversato verso sinistra tutto il parcheggio allungando e bagnandoci senza un riparo!
Immaginateci: nel buio, coperti come piccoli eschimesi, con valigie e zaini a cercare tra mille auto la nostra aprendo e chiudendo con il telecomando dell'auto nella speranza di vedere le luci della nostra accendersi. Dopo buoni 5 minuti eccola lì! Si apre! Ci fiondiamo e lanciamo con malgrazia le valigie nel bagagliaio, saliamo e…. niente, una spia ci avverte che abbiamo la ruota anteriore destra a terra.
Ok, no panic, scendiamo, mettiamo giù tutte le nostre valigie e torniamo al Terminal dalla tipina della EuropCar. Ci facciamo coraggio e chiediamo, vedendo dal vivo l’auto e sapendo dei venti forti del giorno successivo, un upgrade dell’auto e… ce lo accordano! Senza ulteriori pagamenti! Scappiamo via nel caso dovessero cambiare idea e torniamo alla nostra nuova auto. Non potevamo avere idea più geniale: abbiamo ricevuto una Eclipse Cross della Mitsubishi, comodissima, solida ed estremamente confortevole!
Si prospettano viaggi moooolto piacevoli!
Decidiamo di partire nonostante le raccomandazioni dell’ufficio della EuropCar, d’altronde tutti i turisti stanno partendo e decidiamo di farlo anche noi.
Prima Tappa: Parco nazionale di Thingvellir
Dopo 32 km e 30 minuti di auto arriviamo al parcheggio del Parco. Il Parco in questa stagione apre alle 09.00 del mattino ma noi siamo lì verso le 10.30, ritardo causato dalla decisione di partire comunque nonostante l'allerta meteo e dopo aver sentito alcuni suggerimenti da altri turisti dell'hotel.
C’è una struttura con all’interno il museo e le cartine per i vari percorsi che si possono fare, diamo una rapida occhiata, paghiamo il costo del parcheggio di 750 IKS (circa 5 euro - lo potete fare in tutta tranquillità con carta di credito alle postazioni automatiche situate all’ingresso sulla destra) e decidiamo di uscire per fare il primo percorso che scende tra le faglie. Il vento è fortissimo e ci spinge letteralmente via, sulla piattaforma rialzata che dà la panoramica del posto è davvero difficile stare fermi e ammirare il paesaggio. Così come è molto difficile fare foto con le mani ghiacciate. Proseguiamo sulla discesa, all’inizio del sentiero c’è il cartello che ci informa che è consigliabile indossare i ramponi, che noi ovviamente non abbiamo! Colpa mia, Alessio mi ha ripetuto mille volte che sarebbe stato il caso acquistarli ma io, testarda, ogni volta lo prendevo in giro dandogli dell’esagerato. Ok, la prossima volta, prometto, lo ascolterò!
Il percorso, in questo periodo, è in gran parte ghiacciato e nella discesa scendiamo piano aggrappati alla fune presente al lato. Il vento spinge e io già mi vedo scivolare verso il basso usando come slittino il mio sedere. Aiuto. Veloce e agile come un bradipo zoppo scendo tra le faglie, è faticoso (ma solo a causa del vento) ma ciò che vedo è stupendo. Camminiamo lentamente per poche centinaia di metri ma poi ci diamo per vinti e risaliamo verso la struttura, ha iniziato a piovere e tra vento e pioggia gli unici che non vediamo scivolare in malo modo sono i ramponi-muniti.
A prescindere dal maltempo il posto è fantastico. Sapere di essere tra due faglie che si spostano di anno in anno di pochissimi centimenti, fa venire i brividi.
Per finire, una rapida puntatina allo shop del Museo per comprare un panino per il pranzo (costosissimi!! sui 10 € circa l’uno) e poi via verso la prossima tappa.
Seconda Tappa: Geysir Hot Spring Area
Proseguiamo per 61 km verso la zona dei geyser e dopo circa 55 minuti siamo lì. Parcheggiamo, questa volta il parcheggio è gratuito, entriamo nello shop per una rapida occhiata e una breve "scaldata" prima di iniziare il brevissimo percorso che ci porterà ai geyser: Strokkur e Geysir. La pioggia è terminata e un pallido sole fa capolino dalle nuvole, ma il vento non sì è placato, se è possibile sembra ancora più forte. Anche questo percorso è ghiacciato e si raccomanda l’uso dei ramponi. Quindi fatevi un favore: comprate i ramponi dall’Italia! Dopo circa 3 minuti di cammino arriviamo davanti al meraviglioso Strokkur. Rimaniamo lì davanti a guardalo eruttare acqua per circa 45 minuti sperando di immortalare il suo gettito d’acqua bollente. Strokkur infatti crea una colonna d’acqua dai 25m ai 35m e l’acqua che fuoriesce ha un calore che si aggira dagli 80° ai 100°. Che noi non abbiamo visto! E niente ragazzi, c’è troppo vento e l’acqua che lancia in aria, appena fuori, viene ogni volta spinta via dal vento che taglia l’imponente colonna di acqua che invece vorremmo vedere.
Questo il risultato. Tristissimo.
Dopo tutto questo tempo fermi con le mani immobili per immortalare il momento (Strokkur erutta ogni 8-10 minuti) ci arrendiamo e decidiamo, infreddoliti e delusi, di tornare in auto e continuare il giro. Ignoriamo Geysir, per vederlo dovremmo proseguire su di un percorso completamente ghiacciato in più, sapendo che ormai non è più attivo dal 2000, decidiamo che il maltempo ci ha già maltrattato abbastanza e torniamo a scaldarci in auto.
Terza Tappa: Gulfoss
Una forza della natura, una cascata enorme con una portata d’acqua pazzesca! Per vederla al meglio c’è un punto panoramico in basso e un paio di punti panoramici dall’alto. A mio parere il più suggestivo è quello in basso.
Per arrivare alla cascata abbiamo percorso 10 km in 10 minuti di auto. Qui ci siamo trattenuti un’oretta ammirando e scattando foto per poi riprendere il nostro viaggio. Il ghiacciaio di Vatnajökull ci attende!
Guardiamo l’ora, a questo punto, nella nostra pianificazione, saremmo dovuti andare a vedere il cratere di Kerid, ma il vento è sempre più forte, abbiamo un ritardo nella tabella di marcia e rischiamo, se il tempo peggiora, di non raggiungere l’hotel prenotato per la notte. Abbiamo molta strada da fare e le condizioni climatiche non ci stanno aiutando, dobbiamo incamminarci o domani non faremo l’escursione che ci ha portato qui in Islanda. Decidiamo di tirar dritto fino al nostro alloggio e rimandare la visita a Kerid alla giornata di rientro verso Reykjavík.
Ci attendono 256 km e impiegheremo 3 ore e 30, neve e vento permettendo. Siamo però fortunati: il viaggio fila liscio e dopo la grandinata subita a Gulfoss sembra che il tempo si sia rasserenato. Folate di forte vento spingono l’auto in movimento ma c’è il sole e ammiriamo uno splendido tramonto mentre la costa Sud dell’Islanda ci passa affianco. Superiamo Seljalandsfoss, Skógafoss e Reynisfjara Beach che vedremo al rientro verso Reykjavík, ci fermiamo al Centro Commerciale di Vík per fare scorta di cibarie e acqua e poi via nella notte. Il percorso è lungo ma è piacevole guidare su queste strade, bisogna essere prudenti e non accelerare mai troppo ma le strade sono in buone condizioni e perfettamente dritte. Ricordatevi di non accostare mai sul lato della strada se non in piazzole segnalate: rischiate di non riuscire a riprendere la carreggiata e sarete costretti a chiamare i soccorsi. Guardare l’Islanda che scorre dal finestrino è emozionante, questa terra è stupenda e non smette mai di sorprendere, nei colori, nelle lande che si aprono all’orizzonte, nelle formazioni rocciose.
Durante il viaggio scopriamo che il vento è così forte che le piccole cascate che ci sono fra le rocce non cadono sulla roccia sottostante, il vento spinge via in alto l’acqua che non tocca mai terra. Solo qui! Spettacolare!
Alla fine stanchi nel buoi pesto arriviamo al Hörgsland Cottages, una fila di casette appoggiate sul fianco di una montagna con vista sulla vallata circostante e soprattutto dotati di cucina.
Costo per 2 notti: € 256,00.
Cenetta veloce con pasta portata dall’Italia e un secondo acquistato a Vík e poi a ninna. Questa prima giornata è stata davvero ricca di emozioni e bellezza ma sappiamo che domani ci attende una giornata ancora più avvincente!
Piccolo ma importante consiglio di viaggio: durante questo periodo ricordatevi sempre di portare in auto una coperta, abbondante acqua e qualche snack di scorta. Ci può essere il rischio di incontrare delle tormente di neve e rimanere bloccati con l'auto. Nell'attesa dei soccorsi possono esservi estremamente utili.